Prefazione del Maestro Internazionale Pierluigi Piscopo
Lo scenario lo conosciamo. Il professionista degli scacchi arriva nella sede del torneo col suo inseparabile portatile. Lì troverà tutte le informazioni di cui ha bisogno per prepararsi alle partite: immensi database, alberi delle varianti, file personali, potenti motori d’analisi per cercare di sconfiggere il malcapitato GM praticamente «da casa» e chi più ne ha più ne metta. Anche i maestri, i giocatori di club o i semplici appassionati fanno largo uso della tecnologia per garantirsi il loro pezzo di verità scacchistica… a portata di mouse. Ma cosa c’è dietro tutto questo? Questo bel libro affronta in maniera originale e priva di pregiudizi una delle questioni più dibattute degli ultimi anni, croce e delizia di tutti noi amanti delle sessantaquattro caselle: il computer che gioca a scacchi.
Giocatore artificiale prima, mostro al Silicio ai tempi di Deep Blue ed ora più familiarmente «metal friend» come dicono gli inglesi, o «amico Fritz» nella versione commerciale, l’avvento del software scacchistico ha cambiato nel corso degli ultimi vent’anni in maniera quanto mai profonda la comprensione e l’approccio a numerosi aspetti del gioco.
Senza quindi cadere in facili e inutili rimpianti della«bella età dell’oro» in cui i leggendari campioni del passato risolvevano direttamente alla scacchiera ogni sorta di rompicapo e senza neppure elevare i programmi al rango di giudice supremo delle dispute scacchistiche, gli autori ci guidano in una appassionante sfida tra giocatori in carne ed ossa e programmi scacchistici, Fosforo e Silicio appunto. E lo scopo non è quello di dimostrare la superiorità dell’uno sull’altro, ma semplicemente di aiutare gli appassionati a comprendere meglio i termini della questione per giungere ad un rapporto critico ed equilibrato con i supporti informatici. Attraverso l’analisi di alcune gemme dell’arte scacchistica fatta con l’uso dei più forti software e avvalendosi, ove possibile, dei commenti in presa diretta dei più forti GM, gli autori sono riusciti a mettere in evidenza tanto gli straordinari punti di forza del computer quanto insospettabili e gravissime lacune. E il confronto tra punto di vista umano e punto di vista «elettronico» è quanto mai interessante: scoprirete infatti quanto ricco e affascinante sia ancora il nostro gioco e quanto a volte l’intuizione e l’esperienza umane superino il calcolo mero e proprio. E molto interessante è pure il confronto tra macchine: data una certa posizione è sorprendente constatare come cambino i giudizi a seconda che il software utilizzato sia Fritz piuttosto che Rybka o Zappa Mexico… sembra quasi che i programmi, se non proprio un’anima, abbiano almeno una personalità scacchistica.
Aggiungete poi i piacevoli commenti che approfondiscono posizioni tipiche dell’apertura e del mediogioco, lo studio sul funzionamento stesso dei programmi, divertenti aneddoti e sagaci biografie e… il piatto è pronto! Scusate, dimenticavo i due ingredienti più importanti, un bel po’ di Fosforo e Silicio quanto basta. MI Pierluigi Piscopo
SaintJust –
Materia trattata con competenza
Buon testo che parla del rapporto “programmi di scacchi – umani” spiegando bene che cosa sono, quali sono le esigenze per cui nascono e quali sono le loro possibili applicazioni. Consigliato, un plauso agli autori