Descrizione
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Indice degli abstract
Abstract – Alexander Moseley – Capitolo 1
Il capitolo analizza perché la guerra sia un problema e un fallimento filosofico. I filosofi hanno certamente considerato la guerra e rivisto i concetti chiave come ciò che rende la guerra giustificabile, quali tipi di combattimento sono più accettabili di altri e hanno esplorato anche le cause del perché abbiamo la tendenza ad accettare il combattimento come prima scelta. Ma i filosofi possono anche rivedere ciò che significa “guerra” all’interno di una rassegna storica o rispetto alle credenze filosofiche politiche sulla guerra. Nel capitolo si offre una definizione di lavoro che cattura la sua essenza e passa in rassegna succintamente come noi possiamo pensare e discutere le cause della guerra. La guerra così attira la nostra attenzione, nonostante il fatto che considero la guerra un fallimento filosofico. La filosofia incoraggia le nostre menti e le nostre vite ad una esistenza razionale, logica e consapevole in cui le nostre credenze ci conducono ad una cooperazione pacifica e alla prosperità. Così quando noi accettiamo la guerra, noi stiamo girando le spalle al meglio di ciò che la nostra natura può fornirci per evitare il peggio. Questo non significa che la guerra dovrebbe essere rigettata perché, benché alcune guerre siano giustificabili, noi rimaniamo gli unici responsabili per le nostre scelte.
Abstract – Marco Bettalli – Capitolo 2
La storia di una comunità guerriera – La democrazia ateniese e la guerra
Il rapporto tra la democrazia ateniese di età classica e la guerra era molto intenso e continuo. Gli strateghi, che guidavano la città, avevano un’evidente funzione militare. La città stessa si presentava al mondo, con i suoi miti e le narrazioni identitarie, come comunità guerriera. Ciò che è forse più importante, il costosissimo sistema democratico, che prevedeva la retribuzione di gran parte delle cariche pubbliche, non era sostenibile economicamente se non attraverso il mantenimento di un’impero vessatorio nei confronti degli alleati/sudditi, dal quale i cittadini ricavavano cospicui vantaggi. Atene era dunque una società in una certa misura militarista, anche se, individualmente, i suoi cittadini cercavano spesso di sfuggire agli obblighi militari.
Abstract – Giangiuseppe Pili – Capitolo 3
Filosofia e intelligence
Pensare la filosofia dell’intelligence all’interno della democrazia liberale
La pace è possibile ed è nostro dovere cercare di attuarla anche grazie all’intelligence. La filosofia è stata sino ad oggi in gran parte silente sull’analisi dei servizi segreti e del loro inquadramento filosofico e politico all’interno della democrazia liberale. Questo è un problema non solo filosofico ma pratico, urgente ed essenziale. La guerra è la politica di uno stato fatta con altri mezzi, diceva Clausewitz. Quindi, se la guerra è una particolare forma di lotta politica, allora la politica rischia sempre di orientarsi verso i mezzi della guerra anziché della pace. L’intelligence è ciò che propone qualcosa di meglio e, in assenza di essa, semplicemente, non c’è ragione e, come recita un titolo di un’opera del grande Goya, il sonno della ragione genera mostri.
Abstract – Roberta Sala – Capitolo 4
Il ruolo della guerra nella teoria liberale
Il capitolo considera alcune precisazioni teorico-metodologiche circa il significato di teoria liberale nell’accezione di teoria politica ideale e si analizza un’eventuale teoria della guerra giusta come parte non-ideale della teoria liberale. Così si intende sostenere perché alcune teorie contrattualistiche classiche siano ascrivibili a scenari liberali e come si propongano come soluzioni teoriche alle conseguenze distruttive della guerra. Successivamente, ci si soffermerà sulla teoria della giustizia di John Rawls. Infine, concluderemo menzionando le critiche alla teoria liberale nel suo proporsi, sotto il profilo normativo, come rimedio o terapia del conflitto.
Abstract – Giuseppe Gagliano – Capitolo 5
La Guerra giusta nella riflessione di Francisco Suarez
La guerra è un male? Esiste la guerra giusta, le cui varianti più cospicue appaiono oggi la guerra preventiva e la guerra umanitaria? E, se la guerra giusta sussiste e ha diritto di cittadinanza nel mondo civile, a chi compete di deciderla e poi di condurla? E con quali modalità? Questi interrogativi, che si presentano con l’urgenza dei momenti chiave della storia, non sono appannaggio dei nostri giorni in cui l’ordine mondiale è minacciato, ma si sono posti con peso e intenzioni differenti nel corso del tempo, trovando risposte consone al periodo e al contesto storico e dottrinario che lo caratterizzava.
Abstract – Chiara Cozzi – Capitolo 6
La dottrina del duplice effetto e i conflitti bellici
L’obiettivo del saggio è analizzare come la dottrina del duplice effetto, secondo cui il medesimo atto può produrre due effetti, uno inteso e un altro previsto ma non deliberatamente inteso, possa venire applicata agli scenari di guerra. In particolare si cercherà di considerare se la dottrina del duplice effetto possa essere utilizzata per legittimare l’uccisione dei civili, facendo riferimento a due diverse tipologie di bombardamento aereo, il bombardamento strategico e quello terroristico.
Giangiuseppe Pili (curatore) è dottore di ricerca in Filosofia e Scienze della mente all’Università Vita-Salute San Raffaele. E’ assistant professor in Intelligence Studies alla Dublin City University. Ha presentato le sue ricerche sulla filosofia dell’intelligence negli Stati Uniti ed è autore di studi di filosofia, storia, strategia e intelligence. Ha tenuto numerose conferenze ed è autore di diversi libri, tra cui Filosofia pura della guerra. E’ socio di diverse associazioni, tra cui la Società Italiana di Storia Militare e la International Studies Association. Ha fondato il sito www.scuolafilosofica.com, tra i maggiori portali filosofici italiani ed è il responsabile della collana I libri di Scuola Filosofica. E’ parte del comitato tecnico operativo del Laboratorio di Intelligence all’Università della Calabria.
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